Il tempo in cui si pensava di operare il cuore di tutti i pazienti utilizzando solo tecniche tradizionali, è finito: oggi in molti casi è possibile ricorrere ad un approccio mini-invasivo.
Fra le varie opzioni, la sternotomia mediana longitudinale dovrebbe essere l’ultima di un cardiochirurgo moderno: un mini “taglio” di 5-6 cm, è tutto ciò che serve.
Queste innovazioni non possono più trovare alcuna opposizione da parte dei cardiochirurghi, perché intervenire sul cuore, anche utilizzando la circolazione extracorporea, senza aprire il torace significa preservare l’integrità dello sterno e quindi ridurre notevolmente tutta una serie di problematiche correlate a questa procedura: riduzione del dolore post operatorio, minor incidenza di infezioni, minor tempo di degenza, ripresa più veloce.
E queste innovazioni, significano progresso.
I pazienti anziani giovano di un approccio mini-invasivo?
Sì.
L’ approccio mini-invasivo ha indubbi vantaggi soprattutto per i pazienti più anziani o in presenza di altre patologie che precludono o sconsigliano l’approccio chirurgico tradizionale, sia dal punto di vista del recupero psico-funzionale che sotto il profilo del risultato clinico complessivo.
La riduzione del trauma chirurgico:
- favorisce una più rapida guarigione delle ferite;
- abbassa drasticamente la possibilità d’infezioni;
- comporta una minore compromissione della meccanica respiratoria;
- riduce il sanguinamento intraoperatorio e di conseguenza anche il ricorso alle trasfusioni;
- assicura un maggiore beneficio estetico.
Si tratta solo di avere buon senso, come in tutte le cose. Quando possibile, non c’è più alcuna ragione per non eseguire un intervento cardiochirurgico con un approccio mini invasivo. È ovvio che tutte le possibilità devono essere discusse, ogni minimo dettaglio pianificato (quando si tratta di interventi programmati) e concordato con il paziente, senza lasciare nulla al caso. Ogni patologia è diversa dall’altra, ogni situazione merita un approccio personalizzato, ma in generale le considerazioni che vi ho in sintesi prospettato, a mio giudizio vanno sempre tenute in considerazione.
Qualcuno potrà asserire che i risultati dell’approccio tradizionale sono eccellenti: è così, è vero. Qui non si tratta di porre in cattiva luce le soluzioni tradizionali, piuttosto si vuole porre l’attenzione su alternative altrettanto valide con addirittura vantaggi in più per il paziente. E siccome è il paziente al centro della nostra attenzione, è solo sulle sue necessità che bisogna concentrarsi, su cosa è meglio, sicuro, duraturo, efficace, sopportabile ed esteticamente tollerabile per lui. Ormai il panorama della moderna cardiochirurgia è molto ampio ed un cardiochirurgo deve tenerne sempre conto, informando sempre il paziente e costruendo con lui e con la famiglia un percorso di assistenza e cura su misura!