Spesso su aterosclerosi, angioplastica e bypass i pazienti sollevano sempre molti dubbi e domande: facciamo chiarezza.
Il cuore è un muscolo nutrito dal sangue. Il sangue vi giunge attraverso dei vasi sanguigni che si chiamano coronarie. Le patologie che interessano le coronarie si chiamano coronaropatie. Queste rappresentano la causa di morte più frequente nei paesi ad alti livelli economico e socio-sanitario: spesso siamo davanti ad un infarto miocardico acuto, una grave situazione, molto diffusa, che colpisce 140/150 mila persone l’anno solo in Italia.
L’infarto si verifica quando c’è una diminuzione improvvisa dell’afflusso di sangue e di ossigeno al cuore. L’aterosclerosi è la causa delle coronaropatia: è una patologia delle arterie, caratterizzata dalla formazione di placche sulle loro pareti, ad evoluzione lenta e progressiva, determinata da molteplici fattori (diabete di tipo 2, familiarità, infezioni). È favorita da obesità, ipertensione e ipercolesterolomia.
La placca aterosclerotica è l’oggetto dell’interesse attivo della comunità scientifica: con il passare del tempo, conduce al restringimento dell’arteria fino ad impedirne il regolare flusso di sangue, con la conseguenza di fare “soffrire” gli organi e/o i tessuti ad essa referenti. Non solo: le placche possono rompersi e formare un trombo (coagulo di sangue) che, entrando nel flusso circolatorio, danneggia altri organi oppure ostruisce improvvisamente l’arteria.
Il più diffuso approccio al trattamento è l’angioplastica coronarica: una tecnica poco invasiva che permette di dilatare il tratto di arteria coronarica occlusa o ristretta (stenotica) grazie all’introduzione di un palloncino o di stent. Se eseguita in tempi appropriati (rapidi) e quindi nelle fasi iniziali di un infarto, l’angioplastica riduce sensibilmente il rischio di morte del paziente, normalizzando il flusso di sangue al cuore e limitando anche le gravi conseguenze di un evento del genere. Nei casi meno gravi, spesso risolve pure i sintomi, ad esempio l’angina pectoris (dolore al petto) e i problemi respiratori.
Il trattamento chirurgico per trattare le coronaropatie è rappresentato dal bypass aortocoronarico, una tecnica che consente di intervenire in modo risolutivo – sebbene palliativo – sulla patologia, specie quando l’ostruzione o il restringimento coronarico interessa diversi punti delle coronarie, ad esempio come spesso accade nei pazienti diabetici: in questi casi, il bypass aorto-coronarico crea una minore percentuale di complicazioni gravi come l’infarto.
Rivolgersi presso un centro ad alto volume è fondamentale: infatti un alto numero di procedure è indissolubilmente legato ad un impatto positivo sulla loro probabile efficacia.