La insufficienza mitralica, una patologia che può colpire il cuore, un organo con meccanismi di funzionamento complessi e raffinatissimi.
La valvola mitrale rappresenta una unità anatomo-funzionale, integrata perfettamente al cuore.
La funzione principale della valvola mitralica è quella di assicurare che il flusso sanguigno in arrivo dai polmoni non torni indietro, ma venga spinto dall’atrio sinistro al ventricolo sinistro, per poi raggiungere l’intero organismo.
Quando, a causa della chiusura difettosa della valvola mitrale, il sangue scorre nel verso opposto al normale (procedendo dal ventricolo sinistro verso l’atrio sinistro), ci troviamo di fronte ad una insufficienza mitralica.
Sintomi e cause della insufficienza mitralica
Altre volte ho spiegato i tipi di insufficienza, ma ribadisco che generalmente rispondono a diverse cause. Quest’ultime possono essere sia organiche che funzionali, sia acute che croniche:
- il prolasso della valvola mitrale, un’alterazione dei lembi valvolari che perdono elasticità o aumentano di spessore e alterano il funzionamento della valvola;
- anomalie congenite valvolari;
- deterioramento dei tessuti valvolari, rottura di corde tendinee;
- infarto miocardico con secondaria insufficienza funzionale;
- infezioni.
I sintomi dipendono dall’entità e dalla velocità con la quale il rigurgito progredisce. Nei casi più gravi i pazienti avvertono difficoltà respiratorie, spossatezza, facile faticabilità, tosse e palpitazioni.
Questi disturbi non vanno sottovalutati in quanto possono essere spia di una sofferenza cardiaca e/o polmonare.
Infatti, quando il ventricolo sinistro si contrae nel contesto di un cuore che presenta un rigurgito della valvola mitralica, può nel tempo dilatarsi, portando alla lunga allo scompenso cardiaco.
Di solito tutto comincia con una visita: il medico riscontra un “soffio” cardiaco con particolari caratteristiche che denotano un rigurgito della valvola mitralica.
A quel punto vengono prescritti degli accertamenti come: l’elettrocardiogramma e l’ecocardiogramma. In casi più particolari: ecocardiogramma transesofageo.
Come intervenire in presenza di insufficienza mitralica?
Spesso può essere sufficiente una terapia farmacologica. Nelle situazioni più serie, ove possibile, il cardiochirurgo suggerisce un intervento di riparazione con una mini incisione di 5/6 cm nello spazio intercostale destro.
Infatti, nel 2019, un approccio riparativo con tecniche mini invasive è da considerarsi la prima opzione terapeutica, comportando diversi benefici per i pazienti:
- minori traumi;
- tempi di degenza ridotti;
- rapida ripresa post operatoria.
Nelle strutture con più esperienza sulla valvola mitrale, è possibile ricorrere anche ad altre metodiche, che però sono indicate solo in selezionatissime situazioni, si eseguono senza fermare il cuore e con un approccio che esclude l’esigenza di un intervento chirurgico classico:
- MitralClip: applicazione di speciali clips metalliche sulla valvola nativa (generalmente 1 o 2);
- Cardioband: ancoraggio di un semi-anello alla valvola “incontinente”, con fissaggio al tessuto valvolare assicurato da una serie di micropunti applicati in successione e regolabili in base alle necessità, al fine di “stringere” e rimodellare l’anello mitralico dilatato;
- Neochord: impianto di nuove corde tendinee artificiali in Gore-Tex – spesse circa un millimetro e lunghe 5\7 cm, mediante una piccola incisione del torace.
Nei casi in cui è necessaria la sostituzione della valvola, vengono impiegate protesi innovative sia biologiche, costruite in tessuto animale, che meccaniche di ultima generazione.