È importante distinguere tra un attacco di ischemia cardiaca transitoria e reversibile e un attacco di ischemia cardiaca protratto e irreversibile, che configura invece il quadro dell’infarto.
L’infarto, noto anche come attacco di cuore, è determinato da un mancato apporto di ossigeno al muscolo del cuore per occlusione improvvisa di una delle sue arterie. Oltre che durante uno sforzo fisico o dopo una forte emozione, può avvenire anche a riposo.
Le due situazioni hanno ripercussioni sul cuore completamente diverse: riconoscerle in modo corretto fin da subito agevola un intervento appropriato e tempestivo da parte di un medico, che molto spesso si rivela salva-vita.
Solitamente una sofferenza del cuore di tipo ischemico si accompagna a dolore al petto, al braccio, nausea, fiato corto, malessere riferito anche allo stomaco e ad alcune parti del viso, come denti e mandibola. Riconoscere queste situazioni è compito del medico. Ma conoscere e interpretare anche sommariamente questi sintomi, spetta al soggetto coinvolto, che spesso sottostima ciò che gli sta accadendo, rivolgendosi al medico solo tardivamente.
Come si cura
Se l’ischemia cardiaca viene riconosciuta in tempo, si possono bloccare le conseguenze dell’infarto (ischemia irreversibile) e intervenire in tempi rapidi con:
- procedure di cardiologia interventistica (angioplastica)
- se indicato, con procedure cardiochirurgiche (bypass aortocoronarico), che in centri avanzati per la salute del cuore, sono oggi a rischio molto basso.
L’angioplastica è il tipo d’intervento che si esegue più frequentemente e consiste nella riapertura dall’interno dell’arteria ostruita, tramite il posizionamento di una specie di palloncino con una maglia di supporto intorno (stent) che serve a ripristinare il normale flusso sanguigno. Si esegue “senza tagli” e da svegli, in anestesia locale.
Come dicevamo, in altri casi, è necessario ricorrere ad intervento cardiochirurgico (bypass aortocoronarico) o a terapie farmacologiche.
Esistono, inoltre, metodiche innovative mini-invasive per operare un cuore infartuato, riservate solo a centri di Alta Specialità. Queste consentono (quando indicate, poiché non si adattano a tutti i casi) al paziente di tornare alla vita di tutti i giorni, in tempi ridotti, senza traumi e senza grosse cicatrici post operatorie (bypass mini-invasivo).
Cosa fare
Una volta avuto il sospetto, la tempestività è fondamentale: se trattato entro un’ora può aiutare una persona a salvarsi! Quindi: in tutti i casi in cui sentite dolore al petto, più o meno esteso a braccia, collo, mandibola con o senza fiato corto, rivolgetevi senza esitare ad uno specialista, ma se la sintomatologia supera i 15 minuti, recatevi sempre al pronto soccorso più vicino o un centro dotato di un’Unità di terapia intensiva cardiologica. Potrebbe rivelarsi decisivo.