mitrale
La chirurgia riparativa della valvola mitrale ha bisogno di cardiochirurghi preparati, competenti, con grande manualità e autocontrollo. I più bravi che ho visto operare e da cui ho imparato, erano così.
In particolare, coloro che prediligono gli approcci mini-invasivi, nei casi di insufficienza mitralica severa complessa, hanno sempre più semplificato e standardizzato la propria tecnica chirurgica.
L’insufficienza mitralica, si realizza quando questa valvola del cuore non si chiude più correttamente e parte del sangue pompato dal ventricolo sinistro durante la sistole, refluisce nell’atrio sinistro, anziché andare in aorta.
Le lesioni complesse di questa valvola sono quelle in cui anatomicamente vi sono multiple lesioni che alterano completamente la sua funzione come, ad esempio, la malattia di Barlow in cui vi è una alterazione di tutti e due i lembi (anteriore e posteriore), con conseguente perdita della continenza mitralica.
I vantaggi della riparazione della valvola mitrale
Molti studi dimostrano che i pazienti sottoposti a riparazione della valvola mitralica gravemente insufficiente rispetto a quelli che si sottopongono alla sua sostituzione, vivono meglio e più a lungo.
Da ciò, deriva che riparare è fondamentale perché cambia la vita dei pazienti, migliorandone la qualità di vita.
Dal momento che la riparazione della valvola, utilizzando tecniche semplificate e mini-invasive, offre solo vantaggi, sostengo sempre di più la proposta al paziente di questo genere di intervento.
Al contrario, le tecniche tradizionali di riparazione chirurgica, in questi casi specifici, possono esporre i pazienti a dei rischi e soprattutto comportare rigurgito mitralico a distanza dall’intervento, con conseguente necessità di ri-operare.
La maggior parte dei casi risolti con approcci “semplificati” e mini-invasivi dimostrano che la riparazione della valvola mitrale è un successo, non presenta rigurgito mitralico residuo ed il paziente torna alla sua vita normale in un tempo più breve rispetto ad un intervento tradizionale.
Certamente bisogna indirizzare i pazienti verso centri di chirurgia riparativa mitralica di riferimento, con dimostrata qualità complessiva del percorso terapeutico, non solo in termini di volume di attività.