L’uso di Internet e degli strumenti digitali fra i cittadini per reperire informazioni e accedere ai servizi sanitari è in aumento rispetto al passato, soprattutto nelle fasce più giovani della popolazione: oltre un terzo delle persone che avvertono sintomi di qualche tipo cerca sul web informazioni generiche sulla salute.
Gli investimenti sulla sanità digitale crescono e noi camici bianchi utilizziamo sempre più le tecnologie a disposizione, consapevoli però che quando si tratta di salute i cittadini continuano a preferire il contatto umano col medico. Questo contatto è imprescindibile!
Ma tutto ciò è spesso solo un “fluidificante”, un “aiuto” che serve a condurre il paziente al momento più importante: la visita medica.
Chiunque si rivolge a me, ad esempio, oltre a desiderare di essere trattato secondo principi di provata efficacia, ha bisogno di comprensione emotiva, attenzione e riconoscimento della propria individualità, elementi che contribuiscono al successo della strategia di cura.
Cosa è davvero importante in una relazione medico paziente?
Negli anni ho capito di cosa il paziente ha bisogno:
- comprendere razionalmente quanto sta accadendo;
- farsi un’idea del futuro che lo attende;
- esprimere adeguatamente le proprie emozioni;
- ricevere le necessarie attenzioni;
- arrivare a prendere consapevolmente le decisioni che lo riguardano.
Pochissimi hanno chiaro in mente questi “bisogni” del proprio assistito: diversi studi hanno confermato che, quando un paziente inizia a parlare, il medico lo ascolta solo per pochi secondi, prima di interromperlo: ogni paziente lo sa bene (vi sarà capitato!?).
In tal modo si perde l’opportunità di un ascolto importante, non solo ai fini della diagnosi e terapia, ma anche della costruzione di un rapporto “significativo” e fiduciario.
Questo accade probabilmente per una carenza formativa di molti medici, oppure per una condizione di burn-out dovuta all’eccessiva pressione del lavoro o a causa dei tempi della visita che, per motivi organizzativi, sono sempre più contratti.
Chi mi conosce sa bene quanto spazio dedico all’ascolto, perché è così che si costruisce ogni processo di diagnosi e cura nel contesto di un rapporto di privacy e fiducia reciproca!
Essere “social” serve ad iniziare: al medico spetterà poi la responsabilità di saper prendere per mano il paziente e condurlo verso le giuste valutazioni nella massima trasparenza.