In caso di grave patologia le valvole cardiache – aortiche e mitraliche – possono essere sostituite chirurgicamente con approccio mini-invasivo.
I pazienti spesso mi chiedono: “Dottore, che protesi valvolare mi consiglia?”. Si possono usare valvole biologiche o valvole meccaniche: vi anticipo subito che non esiste la valvola perfetta! Tutte hanno vantaggi e svantaggi.
In estrema sintesi cercherò di essere dirimente.
Valvole biologiche
Le valvole biologiche hanno il vantaggio di non richiedere necessariamente una terapia anticoagulante (eliminando quindi i rischi ad essa connessa), ma hanno una durata limitata poiché vanno incontro a degenerazione (generalmente entro 10-15 anni). Nei pazienti giovani le protesi biologiche tendono a degenerare prima, mentre nei pazienti più avanti con gli anni hanno durata maggiore, sebbene anche i fattori di rischio come diabete, ipertensione, elevati livelli di colesterolo e fumo possono contribuire ad accelerarne la degenerazione.
Valvole meccaniche
Le valvole meccaniche hanno il vantaggio di avere una durata teoricamente illimitata e quindi possono essere efficaci fino alla fine della vita, ma richiedono una terapia anticoagulante orale per evitare la formazione di trombi sulla struttura protesica, con tutti i potenziali rischi che ne conseguono.
Classicamente, la scelta del tipo di protesi è fatta in base all’età del paziente:
- ai pazienti più anziani viene consigliata la protesi biologica;
- ai più giovani (età inferiore ai 60-65 anni) si consiglia la protesi meccanica per scongiurare un eventuale secondo intervento, necessario in caso di degenerazione della protesi biologica.
Questo vale come principio generale, sebbene un po’ “superato”.
Infatti, a mio avviso, vi sono anche altre considerazioni da tenere a mente.
La scelta tra un tipo e l’altro di protesi cardiaca non è assunta dal cardiochirurgo e deve essere fatta insieme al paziente, discutendo con lui tutte le varie possibilità e gli eventuali scenari futuri, i rischi ed i benefici, nonché la qualità di vita direttamente legata ad una scelta piuttosto che ad un’altra.
A seconda del paziente che si ha di fronte, i casi sono diversi così come le reazioni, sia fisiche che psicologiche. Non mi stancherò mai di dire che spesso la scelta consapevole di un paziente è presa anche in funzione di come si interpretano le problematiche della vita. Alcuni pazienti giovani, preferiscono una valvola biologica pur sapendo che magari sarà necessaria un’altra procedura invasiva nel futuro; altri rifiutano categoricamente solo il pensiero di dover re-intervenire (anche se non sempre è imperativo); le donne che desiderano una gravidanza scelgono anch’esse la protesi biologica (in quanto la terapia anticoagulante orale, necessaria per la valvola meccanica, induce malformazioni fetali con alta frequenza). Più di recente è ormai noto che alcune protesi biologiche disfunzionanti non necessariamente devono essere sostituite chirurgicamente: al loro interno possono essere posizionate valvole percutanee, risolvendo così il problema (procedura valve-in-valve) senza un approccio chirurgico tradizionale. La tecnologia medica già adesso è in grado di superare con relativa serenità problematiche fino a poco tempo fa complesse e rischiose, figuriamoci fra 10 o 20 anni.
Come vedete, le possibilità sono numerose.
Concludo quindi dicendovi che è importante potersi avvalere di più opzioni terapeutiche, a seconda della patologia, per poter curare un paziente nel modo migliore e vi consiglio pertanto di discutere ognuna di queste con il vostro specialista, prima di prendere una decisione consapevole.