Un soggetto sano, a riposo, presenta un ritmo cardiaco regolare: circa 60/70 battiti al minuto. Quando il ritmo o la frequenza cardiaca subiscono delle alterazioni, si percepiscono le cosiddette palpitazioni, spesso accompagnate da una sensazione spiacevole che conduce il paziente a rivolgersi al medico.
Le palpitazioni possono essere di origine emotiva come ansia, attacchi di panico oppure nascondere un disturbo cardiaco. Non solo: possono evidenziarsi a seguito di intensa attività fisica, febbre, anemia, disfunzione della tiroide o disturbi digestivi.
Si avverte distintamente il ritmo cardiaco più accelerato, una sensazione di “cuore in gola”, con aumenti pressori e, nei casi più severi, “fame d’aria” o mancamenti.
Tutte le modifiche del normale ritmo cardiaco sono definite aritmie e possono manifestarsi come:
- bradicardia (battiti al di sotto dei 60 battiti)
- tachicardia (oltre i 100 battiti).
Nel caso della fibrillazione atriale, le palpitazioni sono irregolari.
Quali sono le cause delle palpitazioni?
Le cause possono essere varie, ad esempio:
- ipertensione arteriosa;
- insufficienza cardiaca;
- diabete mellito;
- patologie delle valvole cardiache;
- esiti di interventi al cuore.
Come misurare i battiti del cuore?
Ogni soggetto può teoricamente misurarsi la frequenza cardiaca da solo posizionando le dita al di sotto mandibola, per sentire la frequenza del polso a livello dell’arteria carotide: non è certo un metodo semplicissimo, in quanto è necessario sapere dove posizionare le dita e quanto premere.
In alternativa si possono utilizzare:
- il cardiofrequenzimetro;
- il saturimetro;
- lo strumento con cui si misura la pressione, che evidenzia sia i battiti sia la pressione.
Tuttavia, in caso di frequenti episodi di palpitazioni bisognerà parlarne con il medico di famiglia, il quale potrà prescrivere una visita cardiologica ed un elettrocardiogramma (ECG), per lo studio dell’attività elettrica del cuore. Generalmente seguono l’Holter cardiaco, che registra ogni singolo battito e la presenza di eventuali anomalie nelle 24h, ed una prova da sforzo ed un ecocardiogramma.
Raggiunta una diagnosi, bisognerà discutere con il proprio cardiologo la strategia più corretta da adottare per la gestione della problematica evidenziata.
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